L'ANGOLO DI FABIENNE

RIVELAZIONI: AREVA E IL MOX DI FUKUSHIMA - IL MOX E' LA MATERIA PIU' PERICOLOSA DEL PIANETA, MOLTO PIU' DELL'URANIO.

pubblicata da RNA - RETE NAZIONALE ANTINUCLEARE il giorno venerdì 18 marzo 2011.



Dal mese di maggio 2001, Greenpeace raccomandava di rinunciare ad utilizzare del MOX, un combustibile nucleare, nei reattori di Fukushima, nel quadro di una procedura condotta negli Stati Uniti, come lo mostrano le lettere inviate all'autorità di sicurezza nucleare americana. In causa: la natura delle installazioni di Fukushima, di tipo "BRW", reattore ad acqua bollente, la complessità dell'elaborazione del prodotto e l'esigenza di un controllo meticoloso del processo di fabbricazione.

Greenpeace scriveva allora:

La sicurezza dei reattori nucleari alimentati dal MOX è seriamente compromessa da due elementi importanti: i problemi legati alla sua concezione e il controllo-qualità delle pastiglie di MOX, così come le differenze di comportamento tra il plutonio e l'uranio dentro il réacteur.

L'ONG si appoggiava su uno studio realizzato nel 1999 da E. S. Lyman . Il ricercatore analizzava l'incidenza del MOX sullo scatenamento di incidenti nucleari in Giappone. E l'organizzazione di concludere sull'incremento del "rischio di un incidente di fusione del cuore di reattore" per il solo uso di questo combustibile di cui "le proprietà fisiche che sono differenti di un reattore ordinario, alimentato in diossido di uranio, affettano le prestazioni termiche e meccaniche degli accostamenti combustibili. "

In particolare, il MOX è estremamente reattivo: entra in fusione più velocemente dell'uranio arricchito . Il "suo punto di fusione è più debole ", precisa ad OWNI Lauri Myllyvirta, incaricata dell'energia a Greenpeace International. Il suo ruolo nell'incidente nucleare attuale, in compenso, resta difficile a determinare, prosegue la militante:

"Lo stato del combustibile e lo stato dei danni, in seno al reattore 3 restano poco chiari, perciò, definire se si tratta o no di un fattore dell'incidente resta una questione aperta. Ma l'utilizzazione del combustibile MOX ha ridotto i margini di sicurezza e ha reso la situazione molto più difficile a gestire per gli operatori, pure aumentando da qualche parte le emanazioni radioattive."

Nella linea di mira di Greenpeace, Areva, principale fornitore della centrale di Fukushima-e di cui la filiale, Melox, detiene il 95% del mercato del MOX.

Areva approvvigiona la centrale in uranio-235, siccome lo mostra una delle licenze di esportazione attribuita dalla Nuclear Regulatory Commission (NRC), incaricata della supervisione delle attività nucleari . Ma l'alimenta anche in MOX da settembre 2010.. Per Nathalie Bonnefoy, responsabile della comunicazione di Melox, "il tipo di combustibile utilizzato non è legato alla situazione attuale" di Fukushima. "In normale sfruttamento i reattori al MOX o all'uranio arricchiti hanno le stesse prestazioni". Quid dell'utilizzazione del MOX nel caso di una situazione eccezionale come quella del reattore 3 di Fukushima? "A questo stadio, non c'è nessuno legame." Un'assenza di legame tutta relativa per Shaun Burnie, uno degli autori del rapporto di Greenpeace del 2000 che si è confidato ad OWNI. Secondo lui:

Il MOX è la materia più pericolosa del pianeta, molto di più dell'uranio. Le poste finanziarie intorno al MOX premiano sulle conoscenze dei suoi effetti sulla salute pubblica.

"Nella mezz'ora che ha seguito il terremoto, tutte le persone che conoscono gli affari di Fukushima potevano sospettare ciò che sarebbe successo , era prevedibile", afferma ancora il perito inglese che denuncia questi rischi da più di dieci anni.

In margine della complessità del combustibile, Greenpeace puntava anche il dito sulla debolezza delle norme qualità di Belgonucléaire, incaricato, alla fine degli anni 1990, del MOX, prima del raggruppamento della produzione sulla filiale di Areva:

Ciò che le prove dimostrano, è che Belgonucléaire non ha prodotto le assicurazioni sufficienti che il combustibile nucleare MOX Fukushima-1-3 è stato prodotto secondo i più alti criteri di qualità, e che nell'eventualità di un incidente resterebbe intatto.

Falsificazione dei controlli qualità

Inoltre, si sa dal 2002 che Tepco, (Tokio Electric Power Company), la compagnia elettrica che sfrutta la centrale di Fukushima, ha falsificato i risultati dei controlli qualità condotti su certi dei suoi reattori. Due anni prima, nel suo rapporto, Greenpeace sospettava Belgonucléaire di falsificazione. All'epoca, un scandalo similare esplodeva, implicando uno dei concorrenti del fornitore belga, il British Nuclear Fuels Limited (BNFL), e "costringendolo, scriveva allora Greenpeace, a respingere tutti i progetti MOX nel Giappone" . E di aggiungere: "alcune prove hanno indicato che i problemi che hanno condotto alla falsificazione dai dati dei controlli qualità del combustibile MOX al BNFL potevano essere incontrati a Belgonucléaire"

Un rapporto del Dipartimento all'energia americano, datato del 2003, torna peraltro sull'esistenza di falsificazioni, spiegando che le fessure nelle strutture che mantengono il combustibile nucleare nel cuore dei reattori delle centrali Tepco" erano state dissimulate. Questa rivelazione ha causato il dimissioni di numerose quadri di Tepco, così come la chiusura, durante un anno, della centrale di Fukushima. Spiega anche la sospensione della consegna di MOX a Fukushima, tra 1999 e 2010. All'epoca del rapporto di Greenpeace, quasi 32 accostamenti di combustibile MOX realizzati da Belgonucléaire, erano restati in attesa di consegna. È solamente il 18 settembre scorso che queste consegne hanno ripreso; il reattore 3 funziona con l'aiuto di questo combustibile da ottobre. Contattato da OWNI, il portavoce di Areva conferma l'implicazione dell'impresa nella centrale di Fukushima, indicando che "il reattore 3 funzionava col 30% di MOX."

Instabilità a tutti i piani

Instabilità dei reattori in presenza di MOX, labilità dei procedimenti di fabbricazione e falsificazioni di dati: questi differenti punti erano così già repertoriati , nei documenti pubblici, fin dall'inizio degli anni 2000. A queste differenti allerte, bisogna aggiungere quella dell'agenzia per l'energia Atomica (AIEA ) in seguito ad un terremoto successo in Giappone il 16 luglio 2007 che ha riguardato in particolare la centrale di Kashiwazaki-Kariwa situata a 250 chilometri a nord di Tokio ed anche gestita da Tepco.

In un rapporto sulla resistenza delle centrali giapponesi ai rischi sismici, l'AIEA raccomandava allora, "per tutte le centrali nucleari", di dare prova di "diligenza nell'architettura, la costruzione e le fasi operative", affinché i problemi legati ai sismi "siano minimizzati".….

La presidentessa di Areva Anne Lauvergeon dichiarava su France 2 ieri sera che i molteplici incidenti successi nella centrale di Fukushima non costituivano "una catastrofe nucleare":

"Credo che si eviterà la catastrofe nucleare. "

Secondo Greenpeace, il gruppo francese si preparava a mandare una nuova infornata di MOX in Giappone. Una "traversata preparata nel segreto", inizialmente fissata nella settimana del 4 aprile.
Inchiesta realizzata con Guillaume Dasquié.


Tradotta per Biancheggiando da Fabienne http://owni.fr/2011/03/15/revelations-areva-au-coeur-du-reacteur- de-fukushima/

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