ZENIT



Alcuni sabati fa leggendo il Corriere dell'Umbria mi sono imbattuta in un articolo sul cinema Zenit, leggendolo vi ho trovato espresso il mio pensiero, ed ho potuto anche conoscerne un pò la storia. Nel leggerlo ho subito pensato che avrei voluto pubblicarlo nel mio blog così ho contattato il suo autore: Renzo Massarelli il quale per gentile concessione mi ha permesso di pubblicarlo. Leggendolo ho provato tanta nostalgia di un centro che oggi non c'è più o che va piano piano disintegrandosi sotto i nostri occhi mentre lo Zenit resiste dandoci la speranza che un giorno questo stato di cose possa cambiare.


Ecco l'articolo


ZENIT

Una volta era il più piccolo della città e il più disagevole, perché fuori le mura. Fuori le mura voleva dire molto lontano. Oggi è l'unico sopravvissuto insieme al piccolo teatrino di Porta Sant'Angelo. Gli avversari, benché più grandi e potenti, hanno tirato le tende, in attesa di improbabili e costose ristrutturazioni, ognuno con la propria storia diversa. Il Pavone, il Lilli, il Turreno.
Oggi si chiama Zenith, ma per molti è ancora il San Girolamo, il vecchio cinema parrocchiale che si divideva tra film popolari ed altrettanto popolari rappresentazioni teatrali, abitato sino al Cinquecento da frati che assistevano gli appestati.
Oggi lo Zenith, è il locale privilegiato per i film d'autore, custode insostituibile di tutte quelle pellicole che non troverebbero posto nelle pur spaziose sale di Centova e Corciano.
Lo Zenith è oggi la testimonianza più preziosa di ciò che resta della vecchia parte della città che continuiamo a chiamare centro storico con sempre meno convinzione, non perché non lo sia, ma perché ne parliamo sempre come se fosse un vecchio malato. Il fatto è che al suo capezzale ci sono troppi dottori e una mole di diagnosi e di terapie contraddittorie e, così, alla fine, inefficaci.
Lo Zenith, non è un cinema per famiglie, ma per mature coppie o per amiche che si accompagnano a vicenda, al suo interno vi si ritrova quella comunità che ha scelto come luogo di residenza questa parte così bella e così faticosa da attraversare lungo le interminabili scalette di Sant'Ercolano. Gli spettatori dello Zenith si conoscono anche se non si sono mai parlati, sono una comunità silenziosa e solidale perfettamente consapevole di condividere gusti, sensibilità culturali ed emozioni, dentro una vecchia sala parrocchiale. E' la città come era una volta, solo più povera dei residenti tradizionali. Lo Zenith è importante anche perché invita le persone a non pensare con ossessione solo allo spazio esclusivo del Corso o delle strade vicine, a itinerari obbligati, simboliche autostrade pedonali dove la folla si incammina verso i simboli più famosi della città dove tutto il resto non esiste anche se è lì che vivono silenziosi e un pò appartati i residenti stabili, gli unici che hanno mantenuto un senso di appartenenza con la città e i suoi luoghi. Perugia, nonostante le tante rivoluzioni urbanistiche e i tanti empori anonimi del commercio di massa in alcuni luoghi ha conservato il suo spirito antico, per questo lo Zenith ha resistito sempre uguale a se stesso, cambiando semplicemente il nome, diventanto uno dei luoghi più moderni della città. E' vero, non possiamo non pensare che questo è l'unico porto che insieme al Sant'Angelo non ha chiuso i cancelli, ma c'è, e non è scontato che debba per sempre restare l'unico. Talvolta basta una scintilla per sconvolgere il mondo. Talvolta questa scintilla combina dei disastri, altre volte illumina il cielo, come la notte di Natale. Non è questo il cinema?

Renzo Massarelli

Ringrazio ancora Renzo Massarelli per la gentile concessione.

Commenti

  1. bellissimo articolo...qui a Cagliari i piccoli cinema sono tutti chiusi...piano piano si sono arresi ai multisala... dove ovviamente programmano praticamente solo i filmoni....

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  2. L'articolo mi fa ricordare il Vecchio Cinema Paradiso. Ormai le vecchie sale cinematografiche sono scomparse anche a Milano.
    Comunque grazie per essere passata dal mio blog. Ciao.
    Stefano di Semplici Conversazioni

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  3. Cari Calendula e Stefano, voi siete la dimostrazione che un pò in tutta Italia esistono vecchi cinema con una grande storia ormai in disuso, centri storici abbandonati ed è davvero un peccato.

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